IL BLOG DI SILVIO TEDESCHI

domenica 29 aprile 2012

CRISI E SUICIDI: LA COLPA E’ DELLE BANCHE ?



Si è vero in tempo di crisi le banche innalzano le barriere di protezione e prima di erogare un prestito o un mutuo chiedono maggiori garanzie. E’ pur vero che se da una parte la gestione del credito e parlo delle banche, riflette l’andamento dell’economia nazionale dall’altra ci sono tanti operatori del credito al consumo che bombardano gli utenti con vendite rateizzate di qualsiasi genere. Tra poco sarà possibile rateizzare anche un pranzo al ristorante o una pizza con gli amici. Il credito al consumo ha illuso molti e in virtù di una piccola rata al mese sono in tanti ad aver sottoscritto contratti con più di una società finanziaria. Per fare cosa? Per avere a casa l’ultimo modello di TV, l’ultimo telefonino, l’ultimo modello di videoregistratore, l’ultimo modello di telecamera, una macchina nuovissima, una moto nuovissima e cosi via.
Il Governo dovrebbe mettere uno stop proprio al credito al consumo, impedire cioè a chi non può, di indebitarsi. Tranne che per i lavoratori statali,  le buste paga sono ormai tutte provvisorie, esiste in Italia ancora la differenza tra lavoratore Statale e privato, nemmeno la Fornero se n’è accorta.
Superate le tre rate non pagate di un qualsiasi finanziamento anche di un euro al mese, si rischia di essere censiti. Molti non lo sanno a spesso accade che qualcuno preferisce pagare 5/6 rate tutte insieme. 
Spingere l’acceleratore sulla vendita a rate, sapendo che in Italia lo stipendio inizia ad essere una chimera è da irresponsabili. Che dire poi della Banca che manda avvisi ai clienti (tramite raccomandata) che hanno uno scoperto di conto anche di € 20,00. Che dire delle banche che protestano un povero cliente per € 100,00 rendendolo “ pregiudizievole “ per tutta la vita iscrivendolo alla Centrale Rischi della banca d’Italia.
Chi in questa fase chiede soldi alla banca non sono i soliti truffatori che in passato hanno bruciato soldi a non finire ma chi nonostante tutto vorrebbe ancora continuare a lavorare e dare posti di lavoro.
Chiudere le porte agli imprenditori che con tutta la crisi vorrebbero salvare la propria azienda oggi, significa ammazzare il lavoro autonomo, significa sacrificare la piccola impresa facendole pagare i danni procurati in passato dalle grosse multinazionali a cui sono stati concessi fidi e sconfinamenti da capogiro.
Gli imprenditori che oggi scelgono la via del suicidio sono quelli che nonostante tutto hanno una morale da difendere, hanno a cuore le sorti della propria azienda e del proprio patrimonio, l’irrigidimento delle Banche nei loro confronti è la dimostrazione che a pagare le conseguenze di uno stato di crisi cosi profondo sono sempre e soltanto i poveri fessi

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